Philomena:parla il regista

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Ecco l'intervista al regista del raffinatissimo Philomena.
Conversare con la stampa non è lo sport preferito di Stephen Frears, nonostante di cose ne abbia da dire in quantità. Il suo linguaggio è quello del cinema: è ai suoi film, dalla scrittura sempre più sofisticata, che lascia volentieri la parola. I giornalisti lo imbarazzano, dice, e forse è timido davvero. Con Philomena , sesto film in concorso alla 70. Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, ha parlato con una capacità di persuasione finora senza precedenti, divertendo e commuovendo la platea, si direbbe all'unanimità. Merito di una strana coppia impegnata in una gara affettuosa di bravura: un'attrice brillante ed un comico (Judi Dench e Steve Coogan) chiamati ad interpretare con delicatezza la più terribile delle storie, e cioè la storia vera di una donna irlandese (tra le tante) a cui le suore del convento di Roscrea strapparono da ragazza il figlio ("del peccato") per venderlo ad una coppia di americani. 

Com'è venuto a conoscenza di questa storia?Non conoscevo la storia quando sono stato chiamato a dirigere il film. Però conoscevo le malefatte dei cattolici e il luogo in cui la vicenda si è svolta, in Irlanda. Sono arrivato quando la sceneggiatura era già scritta e gli attori principali già arruolati, ma è stato estremamente interessante poter fare questo film e ne vado molto fiero.

Com'è stato l'incontro con le persone reali che si celano dietro i personaggi del film?Il vero Pete Olsson (ma il nome è fittizio) è stato molto disponibile e ci ha messo a disposizione il girato del bambino vero, i suoi filmini di famiglia. La vera Philomena è una donna realmente straordinaria. Ha visto il film due volte, perché la prima era troppo nervosa e ha chiesto di rivederlo. Ha detto di averlo molto apprezzato e per me questa è la cosa importante. È anche venuta sul set, proprio durante la scena terribile della lavanderia, quando portano via il bambino. Le dicevo: "non dovresti stare qui", ma ha saputo perdonare, per cui per lei è più facile rispetto a chi non è riuscito a superare la rabbia.

Con chi si riconosce maggiormente all'interno del film: con Philomena, con il giornalista, la editor o il figlio perduto?Con il giornalista e il suo ateismo. Lui dice che, a differenza della protagonista, non avrebbe perdonato un torto tanto grave e io stesso non so davvero dire se ce l'avrei fatta o ce la farei mai. Il modo in cui Philomena continua nonostante tutto a difendere le suore per me ha davvero dell'incredibile.

È cattolico?No e non so nulla del cattolicesimo, del suo stato attuale in Gran Bretagna o altrove. Mi pare che questo Papa non sia male, mi piace, ma non ne so molto di più. Sono stato battezzato, salvo poi scoprire di essere ebreo, molto tempo dopo. Non so perché la cosa non mi sia stata detta prima. Probabilmente il mio umorismo ha quella radice lì.

Ancora una donna al centro di un suo film, una donna forte, che non si lascia fermare da nessuno.Sì, è terribile. È la mia croce. Le donne della mia vita sono tutte donne forti e mi tirano matto. Sono circondato da grandi donne e grandi attrici, che spesso ricevono premi importanti e la cosa mi rende molto felice.

Dopo The Queen, le interesserebbe un giorno raccontare della storia di William e Kate, che recentemente hanno occupato ogni spazio dell'informazione inglese?No, non mi sembrano granché interessanti.

Vista la sua performance alle Olimpiadi, crede che la regina sia una persona divertente, con il senso dell'umorismo?
Probabilmente no.

Cosa pensa di Berlusconi?Penso che dovrebbe stare in prigione. Sono soddisfatto, invece, del recente voto negativo che il governo inglese ha espresso nei confronti del possibile bombardamento della Siria. È una buona settimana per la democrazia. Avremmo potuto solo peggiorare le cose. Come ai tempi di Tony Blair, che aveva sicuramente del carisma ma è stato un pessimo primo ministro, la sua politica era una politica sbagliata.

A quale nuovo progetto sta lavorando?Ad un film su Lance Armstrong. La sua vicenda mi affascina perché è una storia moralmente molto complessa.


Fonti:mymovies.it

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